Il monte Ilice, il cui nome deriva dal leccio (Quercus Ilex), che abbonda nel territorio del monte, è un cono vulcanico inattivo posto sul versante nord-orientale dell'Etna, compreso nel territorio dei comuni di Trecastagni e Zafferana Etnea, in provincia di Catania.
Si eleva fino ad una altezza di 908m s.l.m. e presenta, nella parte sommitale, una depressione centrale, residuata dall'antica attività vulcanica del cratere.
Secondo alcune vecchie fonti il cono eruttivo si sarebbe formato a seguito dell'attività vulcanica iniziata intorno al 1030 d.C., dalla quale ebbe origine una colata lavica che percorse circa dieci chilometri, per riversarsi infine in mare nei pressi di Pozzillo.
Il rilievo è racchiuso all'interno del Parco regionale dell'Etna. Il versante orientale è in prevalenza coltivato a vigne e frutteti, mentre quello occidentale è caratterizzato dalla presenza di boschi di leccio e di castagno. Ai piedi del monte si trovano l'abitato di Fleri, frazione di Zafferana Etnea (CT) e la contrada Poggiofelice (già Malopasso).
Il monte Ilice è più volte citato nel romanzo di Giovanni Verga, Storia di una capinera. In quest'opera la protagonista Maria lascia Catania insieme alla sua famiglia per sfuggire ad un'epidemia di colera e si rifugia nella villa padronale di famiglia sul Monte Ilice. « Tu non sei mai stata a Monte Ilice [...]. Bisognava venire qui in campagna, fra i monti, ove per andare all'abitazione più vicina bisogna correre per le vigne, saltar fossati, scavalcar muricciuoli, ove non si ode né rumor di carrozze, né suon di campane, né voci di estranei, di gente indifferente. Questa è campagna! » |
(Giovanni Verga, Storia di una capinera)